di Redazione
17 ottobre 2014
Sono chiare le motivazioni che hanno portato alla nascita del protocollo tra la Regione Marche e il Cupla, per la programmazione del Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2014, anche se le polemiche rimangono molto accese soprattutto quando ci si trova a dover valutare i dati relativi all’esiguità dei redditi dei pensionati, che nelle Marche tocca delle vette ancora più drammatiche. Da recenti dati infatti è emerso che è in crescita il numero di pensionati che fa richiesta di prestiti Inps, per far fronte a delle spese spesso di tipo ordinario, e tra le ragioni c’è, al primo posto, la perdita del potere di acquisto.
Secondo i dati raccolti dal Cupla a livello nazionale infatti per i redditi da pensione al di sotto dei 1000 euro lordi la perdita del potere di acquisto è stata pari a circa il 4%, mentre per i redditi più elevati si può arrivare fino al 7%. La situazione risulta particolarmente grave per i pensionati che vivono della pensione minima per i quali la perdita di potere di acquisto è pari o superiore al 7%.
Tuttavia secondo la Cgil-Spi la situazione risulta particolarmente drammatica per i pensionati delle Marche, per i quali il 90% delle pensioni è al di sotto della soglia dei 2 mila euro. Inoltre la pensione media erogata ai pensionati della nostra regione è di 675 euro, ben al di sotto della media nazionale che arriva a toccare i 900 euro mensili (calcoli fatti sempre al lordo delle ritenute). In questa ottica come potrà essere di aiuto il protocollo recentemente stipulato con Cupla a livello regionale?
Ovviamente le scelte di prelievo competono al governo centrale, ma alla regione rimane viva la facoltà, oltre che il dovere, di assicurare la massima assistenza sociale e sanitaria, e di sfruttare i fondi e le risorse per bilanciare le situazioni in cui si vive in una situazione di disagio non solo economico. Il compito del Cupla sarà proprio quello di dare via via le indicazioni sulla priorità di impiego delle risorse, ma spetterà alle varie forze politiche e sindacali monitorare che non venga lasciato dietro nessuno.
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